ITP e sport
Vivere con la ITP
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Vivere con la ITP
L’attività sportiva è fonte di benessere fisico e mentale per tutti, comprese le persone affette da ITP.
La differenza, per chi è affetto da trombocitopenia immune, sta nel dover attentamente valutare il rapporto tra i benefici e i rischi prima di scegliere quale e quanto sport praticare.1,3
Il rischio principale per i pazienti con ITP deriva dal fatto che semplici traumi e infortuni possono rappresentare un serio pericolo per la salute. Infatti, la conseguenza delle piastrine basse, condizione tipica per chi è affetto da questa patologia, è l’alterazione dei corretti meccanismi di coagulazione del sangue e, di conseguenza, dell’arresto delle emorragie.
Bisogna tenere conto, però, che il rischio di traumi esiste per qualsiasi persona che pratichi sport. Anche i rischi associati all’assenza di attività fisica (sovrappeso, diabete etc.) sono uguali per tutti. È consigliabile, quindi, praticare sport con moderazione, salvo in presenza di ITP grave e associata a importanti emorragie.
Il giusto compromesso si raggiunge con la scelta dello sport adeguato e adottando, quando necessario, protezioni appropriate.1,2
Sport a rischio elevato
Rugby, arrampicata sportiva, sci, hockey, sport da combattimento.
Sport a rischio moderato
Calcio, pallacanestro, ginnastica, equitazione, corsa, pattinaggio, tennis, pallavolo, karate e altre arti marziali.
Sport a basso rischio
Camminata, jogging, nuoto, sollevamento pesi, bicicletta.
Un altro aspetto da valutare è che le piastrine sono necessarie anche per il recupero post-attività.
Chi è affetto da ITP presenta un recupero più lento rispetto agli altri. Dolore, infiammazione e rigidità sono sintomi tipici e persistenti nei giorni successivi all’attività fisica.
Come affrontare al meglio il recupero? Principalmente con il riposo. Il ricorso agli antidolorifici è consigliabile solo in caso di grande disagio e deve essere comunque subordinato alle indicazioni del proprio medico.3
Fonti: