Una volta ricevuta la diagnosi di piastrinopenia autoimmune (ITP) è lecito chiedersi se l’apportare alcuni cambiamenti alle proprie abitudini quotidiane – comprese quelle dietetiche - possa avere un impatto sulla conta piastrinica, sui sintomi della malattia o sul buon esito delle terapie.
Alimentazione, ITP e conta piastrinica
Non si segnala alcuna correlazione diretta fra il numero delle piastrine circolanti e il tipo di alimentazione. In corso di ITP, indipendentemente dalla fase e dalla durata della malattia, le oscillazioni della conta piastrinica sono squisitamente correlate a fattori differenti, indipendenti dalla dieta. In generale, tuttavia, si ritiene che una corretta salute alimentare e il relativo benessere intestinale possano aiutare a evitare stati infiammatori e squilibri immunologici. Ad esempio, una flora intestinale ben bilanciata a comporre il cosiddetto “microbiota” umano può essere un fattore protettivo contro irritazioni e infezioni.
Alimentazione e sintomi della piastrinopenia
La stanchezza, la mancanza di energie, la sensazione di debolezza (stati che prendono il nome di “astenia”) sono condizioni comuni nei pazienti con ITP, e che talvolta non trovano una loro risoluzione in corso di trattamento. Il motivo è da ricondursi alla costante liberazione di sostanze che sostengono i processi infiammatori. Dalla dieta è possibile cercare qualche aiuto, prediligendo cibi di facile digestione, evitando abbuffate e ricorrendo piuttosto a più frequenti spuntini. Gli alimenti ad alto potere antiossidante, normalmente previsti dalla dieta mediterranea, sono sicuramente la scelta più corretta nella maggior parte dei pazienti con patologie croniche associate ad infiammazione. Da considerare anche che perdite ematiche in corso di piastrinopenia o farmaci che interferiscono con il metabolismo del ferro (eltrombopag) potrebbero richiedere integrazioni specifiche.
Alimentazione e farmaci per l’ITP
I pazienti che stanno assumendo corticosteroidi potrebbero essere più predisposti a sviluppare disturbi del metabolismo degli zuccheri (glucosio elevato nel sangue) soprattutto se hanno già riscontrato valori alterati in passato. I soggetti diabetici potrebbero avere bisogno di un adattamento delle terapie per il controllo delle glicemie. Durante il periodo di trattamento con corticosteroidi, una dieta con un indice glicemico contenuto (quindi più povera di carboidrati) potrebbe essere una scelta opportuna, ma è necessario avvalersi dei consigli di un professionista per evitare sbalzi eccessivi. Il farmaco eltrombopag, un agonista del recettore della trombopoietina comunemente impiegato nell’ITP, presenta problemi di assorbimento se assunto assieme a prodotti contenenti calcio (come latte, burro, yogurt, gelati, frullati e formaggi), integratori multivitaminici e/o cibi e bevande arricchiti con microelementi come ferro, magnesio, alluminio, selenio, zinco (oltre al calcio stesso). Tutti questi cibi e prodotti non devono essere necessariamente eliminati dalla dieta, ma non possono essere consumati nelle quattro ore che precedono l’assunzione di eltrombopag e nelle 2 ore successive.

Fonti
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Mazzucca CB, Raineri D, Cappellano G, Chiocchetti A. How to Tackle the Relationship between Autoimmune Diseases and Diet: Well Begun Is Half-Done. Nutrients. 2021 Nov 5;13(11):3956. doi: 10.3390/nu13113956. PMID: 34836210; PMCID: PMC8620243.
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Hill QA, Newland AC. Fatigue in immune thrombocytopenia. Br J Haematol. 2015 Jul;170(2):141-9. doi: 10.1111/bjh.13385. Epub 2015 Mar 30. PMID: 25823426.
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Cheng G. Eltrombopag, a thrombopoietin- receptor agonist in the treatment of adult chronic immune thrombocytopenia: a review of the efficacy and safety profile. Ther Adv Hematol. 2012 Jun;3(3):155-64. doi: 10.1177/2040620712442525. PMID: 23556122; PMCID: PMC3573439.
A cura di
Dott. Alessandro Lucchesi
Alessandro Lucchesi è un ematologo clinico con incarico professionale di alta specializzazione, e un ricercatore nel campo delle malattie rare e delle neoplasie mieloproliferative (MPN). Ha iniziato a studiare i disordini del sangue nel 2003 presso l'Istituto Seràgnoli di Bologna, dove ha strutturato una delle più ampie raccolte di dati sui trattamenti standard della trombocitemia essenziale. Dopo la laurea si è trasferito a L'Aquila dove ha completato il programma di specializzazione sotto la guida del Prof. Guglielmo Mariani e del Prof. Antonio Tabilio. A seguito del violento terremoto che ha colpito la città dell'Aquila nel 2009, il dottor Lucchesi si è dedicato alla riorganizzazione dei servizi di assistenza primaria per la popolazione vittima della catastrofe naturale.
