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Le fluttuazioni di piastrine: come mai, come interpretarle e gestirle?

Dr.ssa Erminia Baldacci Ematologia
Ematologia - Policlinico Umbero I di Roma


Le piastrine, queste sconosciute.. perché, diciamolo, finchè non capita che siano alterate, in basso o in alto, delle piastrine poco ci si occupa. E’ il dato dell’emocromo a cui si presta meno attenzione, a meno di un asterisco accanto, che improvvisamente attira in nostro occhio su quel numero.

Ma quando si ha la piastrinopenia, allora sì, che diventa un vero tormento, a tratti un’ossessione, motivo di gioie e delusioni, scoramenti e sorprese. L’attesa dell’emocromo è sempre tanta e a volte si fanno controlli extra, oltre quelli prescritti dal medico, perché loro, le piastrine, sembrano così imprevedibili e variabili.

Ma questa è proprio la loro caratteristica, a prescindere dalla ITP. Oscillano fisiologicamente anche di molte migliaia, in funzione di motivi di aumentato consumo o motivi di maggiore produzione.

Così, possono consumarsi per una ferita, ma anche per un trauma di cui poi nemmeno più abbiamo il ricordo, o per il ciclo mestruale o l’assunzione di un farmaco. Parallelamente possono incrementare in corso di un processo infiammatorio, che magari ancora non dà neanche sintomi, o di una infezione, o per una terapia assunta per altri motivi. Lo stesso processo infettivo può sostenere una riduzione o un incremento, anche in relazione ad altri fattori concomitanti.

Questa fluttuazione fisiologica, legata a eventi anche imprevedibili o non identificabili nel momento, fa sì che a volte i medici aspettino ad iniziare una terapia, anche con valori proprio ai limiti, o che sembrino dare poco peso a quel numero così basso, che al paziente ha provocato tanto spavento o preoccupazione.

D’altronde, se si andassero a vedere i livelli di piastrine in chi le ha normali, si osserverebbe lo stesso andamento oscillante, con conte anche molto diverse, pur mantenendosi sempre nei limiti della norma.

Un altro dato importante è che a volte, anche in funzione delle terapie che si stanno assumendo, le piastrine possono essere più grandi o possono tendere ad aggregarsi tra loro, e quindi risultare, al conteggio della macchina del laboratorio, meno di quante non siano realmente. Per questo, l’ematologo controlla lo “striscio del sangue periferico” al vetrino e può effettuare un conteggio più realistico.

Quindi, vietato farsi abbattere da un numero un po’ più basso di quanto atteso e soprattutto, evitiamo troppi controlli, se non richiesti dal medico! Quello a cui si deve prestare davvero attenzione è la sintomatologia emorragica, a prescindere da quante risultino le piastrine!

 

Le informazioni riportate in questa sezione hanno una finalità esclusivamente informativa e non intendono sostituire una corretta relazione tra paziente e medico; è pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o lo specialista per la formulazione di una corretta diagnosi o l’indicazione di un eventuale programma terapeutico adeguato.