Range piastrine
Conoscere la ITP
It looks like you are using an older version of Internet Explorer which is not supported. We advise that you update your browser to the latest version of Microsoft Edge, or consider using other browsers such as Chrome, Firefox or Safari.
Conoscere la ITP
Se ti stai chiedendo che cosa sono le piastrine, chiamate anche trombociti, sappi che si tratta di frammenti di cellule presenti nel sangue e adibite a favorire il processo di coagulazione.
La funzione principale delle piastrine è infatti quella di arginare l’emostasi, ovvero la perdita di sangue provocata dalle ferite. Troviamo il 70% delle piastrine nel sangue circolante, mentre il restante 30% si trova all’interno della milza.
Il valore delle piastrine viene considerato nella norma se questo varia da 150.000 a 450.000 per mm cubo. Si parla di piastrinopenia (o trombocitopenia) nei casi in cui il valore è inferiore a 150.000 e si definisce invece trombocitosi (o piastrinosi) il caso in cui il valore è più alto di 450.000.
La conta piastrinica è considerata normale, nell’ambito delle piastrinopenie immuni, con un valore di 100.000/mcl.
Pur con grande variabilità da soggetto a soggetto, gli episodi emorragici spontanei si manifestano generalmente a livelli piastrinici inferiori a 20-30.000/mcl. In soggetti con concomitanti difetti della coagulazione, anche dovuti all’assunzione di farmaci (come aspirina e altri agenti antipiastrinici o di terapia anticoagulante) essi si possono manifestare anche con livelli piastrinici più elevati (> 50-60 x 109/L).
*I maggiori esperti di ITP a livello internazionale concordano col sostenere che la gravità della patologia si definisce sia in base al range piastrinico, sia in base alla presenza di sintomi evidenti.6
I test di funzione piastrinica sono utili nel predire il rischio emorragico. Non ci sono tuttavia marcatori diagnostici chiari e indicatori predittivi della risposta alla terapia.
L’obiettivo per pazienti con ITP, che siano o meno in trattamento, è il raggiungimento di una condizione clinica accettabile intesa come la limitazione delle emorragie cutanee esclusivamente a quelle di grado lieve.
Qualora ci si debba sottoporre a esami per anomalie dell’apparato circolatorio, soprattutto in caso di lividi, emorragie dal naso, dalle gengive, eccetera, è bene richiedere in sede di analisi anche la conta piastrinica. Attraverso un semplice prelievo è infatti possibile individuare il numero di piastrine presenti nel sangue e realizzare un quadro diagnostico più completo.
Le piastrine svolgono un ruolo fondamentale nel controllo dell’emorragia e nel processo di emostasi, ovvero di coagulazione. Laddove si verifica un trauma che provoca la perdita di sangue, le piastrine creano una barriera protettiva che coinvolge il vaso sanguigno e ne ridimensionano la lacerazione.
Una volta completato questo processo di arginazione, i trombociti si dissolvono e rilasciano alcune sostanze necessarie alla coagulazione del sangue.
Tra le patologie che coinvolgono i valori delle piastrine e che possono quindi provocare problemi alla coagulazione sanguigna, troviamo la trombocitemia essenziale e la trombocitosi reattiva (che comportano un aumento del livello dei trombociti), la trombocitopenia (dovuta a poche piastrine nel sangue) e la disfunzione piastrinica.
Quando avviene una crescita eccessiva di piastrine nel midollo osseo, si parla di trombocitemia essenziale: questa condizione, in caso di lacerazioni, potrebbe provocare un sanguinamento eccessivo.
Se si tratta invece di trombocitosi reattiva, l’aumento dei trombociti provoca infezioni, infiammazioni croniche e carenza di ferro.
Laddove però il numero di piastrine è inferiore alla norma, è probabile che il paziente soffra di trombocitopenia.
Tra i sintomi che si possono manifestare si verifica solitamente un sanguinamento cutaneo sugli arti inferiori che determina la comparsa di ecchimosi dal colore violaceo. Anche delle gengive sanguinanti o delle mestruazioni più abbondanti del solito potrebbero indicare poche piastrine nel sangue9.
Per quanto riguarda le cause più frequenti per la trombocitopenia10, troviamo la gravidanza (trombocitopenia gestazionale); la Sindrome HELLP; alcuni farmaci come l’eparina, che causano una distruzione delle piastrine; un’infezione sistemica; alcune malattie immuni e anche vere e proprie disfunzioni piastriniche dovute a fattori interni o esterni che vanno ad alterare l’efficacia dei trombociti.
Le piastrine (dette anche trombociti), sono elementi del sangue prive di nucleo, con forma discoidale e di dimensioni comprese fra 1 e 4 micron di diametro e 1 micron di spessore. Le piastrine circolano nei vasi sanguigni senza aderire alla parete vascolare. In media, il corpo umano ne produce ogni giorno circa 100 miliardi, in modo che i valori normali delle piastrine nel sangue si mantengano tra circa 150.000 e 400.000/mcl. Le piastrine derivano dalla frammentazione dei megacariociti, cellule voluminose e dotate di molti nuclei (plurinucleate), presenti nel midollo osseo e, come è stato dimostrato più recentemente, nel polmone.2 Le piastrine rimangono in circolo per circa 7-10 giorni; al termine della loro vita sono degradate da milza e fegato.1
La trombopoietina (TPO), prodotta principalmente dal fegato, è l'ormone chiave che stimola sia la produzione di piastrine, sia la formazione nel midollo osseo dei megacariociti.3 Quando si verifica un danno tissutale, le piastrine aderiscono al vaso lesionato (formando il cosiddetto “tappo piastrinico”), cambiano forma (da discoidale a sferica) ed emettono numerose sostanze contenute nei loro granuli. A loro volta, queste sostanze favoriscono il richiamo e l’aggregazione di altre piastrine e amplificano il processo che porta alla successiva formazione del coagulo,4 una massa costituita da maglie di fibrina che intrappolano piastrine, globuli rossi e altre cellule del sangue.
Fonti:
Fonti: